Va bene che nel nostro Stato di diritto la presunzione di innocenza dell'indagato é un caposaldo, il "caso Mastella", tuttavia, presenta elementi di inopportunità che nelle democrazie occidentali sono possibili solo in Italia. Il ministro Guardasigilli, pare sia stato indagato dal pubblico ministero Luigi De Magistris di Catanzaro, successivamente dal pubblico ministero di Potenza Henry John Woodcock, oggi dalla Procura di Santa Maria Capua a Vetere nell’ambito dell'inchiesta sulla presunta rete di affari e potere gestita da esponenti dell'Udeur, insieme a sua moglie - presidente del consiglio regionale campano - agli arresti domiciliari. Insomma, l'Udeur, il partito-famiglia, (voti 476.938 per il senato e voti 534.553 per la camera – perc. 1,4%), è stato praticamente azzerato.
Nonostante tutto questo, e nonostante la sinistra, in passato abbia sempre criticato rivendicando la propria (presunta) diversità morale, il premier Romano Prodi, che sarebbe stato secondo quanto scritto su numerosi quotidiani, a sua volta indagato dal P.M. Luigi De Magistris, di cui lo stesso Mastella aveva chiesto il trasferimento, va in Parlamento, ed esprime a Mastella solidarietà «piena e affettuosa, come politico e come amico» e assume l'interim alla Giustizia quale «segnale di attesa» che il ministro possa riprendere il suo posto. Nel suo discorso alla Camera che è suonato come una dichiarazione di guerra, un atto di accusa contro la magistratura. Uno strappo in sostanza irrimediabile.
Del resto, Mastella è convinto di trovarsi in questa situazione, sotto schiaffo, proprio in virtù del suo ruolo istituzionale. «Da quando faccio il ministro della Giustizia, sono finito sulla graticola. La verità è questa», si è sfogato il ministro con i suoi collaboratori. Quando le voci sul terremoto in arrivo sono circolate in mattinata, Mastella ha cambiato al volo programma: messo da parte il suo discorso sullo stato della giustizia, si è presentato in aula ed ha sferrato un durissimo attacco ai magistrati, anzi alle «frange estremiste», come ha detto lui, protagonisti di un «tiro al bersaglio» nei suoi confronti, «quasi una caccia all'uomo», «una persecuzione». A questo punto la casta ha serrato i ranghi ed ha espresso solidarietà a Mastella, con applausi ripetuti, a scena aperta da parte dell'aula.
Io credo che tutto questo non sia né serio, né degno di una democrazia. Il fatto poi che Mastella si sia scagliato contro la magistratura, e che la maggioranza difenda fino all’ultimo il sistema di potere - Mastella – Bassolino, significa che anche il centrosinistra si è prontamente adeguato ed utilizza lo stesso linguaggio di Silvio Berlusconi, che hanno tanto criticato. Questo comportamento può non avere nulla di penalmente rilevante, ha però molto, anzi moltissimo, di politicamente riprovevole. Un comportamento che ci rende ridicoli agli occhi dell’ Europa intera.